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Gerace una tassa comunale d’ingresso alla città

4 Marzo 2012 Scrivi Vai ai commenti

Gerace: tassa comunale d’ingresso alla Città.

Il sindaco, un sedatore anarchico

Palazzo del Tocco sempre più PUTIGA I MUSTAZZUNI dove il borgomastro vuole scorticare il turista, ma il vento popolare soffia contro.

Egregio Direttore,

il buon pastore tosa il gregge con delicatezza per far ricrescere la lana e poterla nuovamente tosare, non lo scortica.

Con la sua figura monocratica, Il borgomastro di Gerace continua ad assumere  quotidianamente e unilateralmente iniziative  che non riscontrano consenso tra i cittadini.

Falliti i numerosi tentativi con spettacoli, manifestazioni, cortei, lo scabino gli suggerisce l’introduzione della tassa d’ingresso alla Città ed egli prontamente e pubblicamente lo preannuncia.

Avremmo compreso e condiviso  l’iniziativa se gli obiettivi fossero la regolamentazione di un afflusso eccessivo di turisti; l’abbassamento delle emissioni inquinanti; la riduzione del traffico; una seria e intelligente valorizzazione del patrimonio storico, culturale ed artistico; la promozione delle bellezze delle chiese, dei tesori artistici, del borgo vivo, delle piazze; la riqualificazione  e l’offerta dei servizi turistici.

Nulla di tutto ciò.

La tassa d’ingresso, invece, concepita in aggiunta alle già esistenti tasse di parcheggio e di trasporto con il solo scopo di “far cassa”, per quadrare conti che non tornano e che slealmente si attribuiscono, con lacrimevoli lamentele, al malgoverno dei predecessori, impoverisce l’economia cittadina e danneggia gravemente il lavoro del settore turistico;  rende meno competitivo il servizio turistico locale; seda  il turismo di prossimità  e la stessa domanda turistica; trasforma una città a vocazione turistica  aperta in una città d’arte blindata, isolata; sbarra le porte urbiche e converte una città dell’accoglienza in una città dell’inospitalità;  tartassa la fascia dei turisti più numerosa, quella medio-bassa, composta da soli gruppi di scolaresche e di anziani; dissuade il turismo popolare; infine, scoraggia convegni, conferenze, meeting, eventi religiosi, politici, sindacali, sportivi.

L’Amministrazione Comunale non è “ a putiga i mustazzuni” , dove si pensa di fare ciò che si vuole.

Insoddisfazione e malcontento serpeggiano nella comunità, nel mondo della cultura, del lavoro, della musica, dell’arte, del commercio, dello sport, della solidarietà, del volontariato e, persino, della chiesa.

Il vento popolare soffia contro.

Serve un tavolo di confronto con gli operatori turistici, economici, commerciali, gli artisti, gli artigiani, gli agricoltori, gli albergatori, i ristoratori, per ricondurre Gerace al centro dell’attenzione del turismo locale e nazionale, oltre che europeo.

Occorre approfondire l’analisi, soprattutto dal punto di vista qualitativo, per cogliere i fenomeni reali che agiscono sul territorio, che spieghi la mancata evoluzione  delle dinamiche turistiche. Necessita un’indagine diretta con gli operatori del settore, muovendo dalle loro istanze, sollecitazioni e suggerimenti per raggiungere gli obiettivi stabiliti in un grande progetto di promozione turistica.

Grazie Direttore per l’attenzione.

Giuseppe Cusato

Consigliere de “Il Bene in Comune” Gerace

 

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