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Posts Tagged ‘Giuseppe Cusato’

Brandelli d’ Italia

16 Marzo 2013 Nessun commento

Brandelli d’ItaliaIMG-20120503-00019        

Domani, domenicaIMG-20120502-00001 17 marzo 2013, il Presidente della Repubblica celebrerà  al Quirinale la “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”.

Sarà la prima celebrazione dell’anniversario dell’Unità Nazionale, proclamata in Torino nell’anno 1861.

Infatti, la Legge 23 Novembre 2012, n. 222, riconosce il giorno 17 marzo  quale  “ Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”  e dispone che nelle scuole, di ogni ordine e grado, siano organizzati percorsi didattici sul significato del Risorgimento e sulle vicende che hanno portato all’Unità nazionale, aIMG-20120502-00004lla scelta dell’Inno di Mameli e della bandiera nazionale e all’approvazione della Costituzione.

Non sto qui a segnalare quali e quanti Enti Locali, Amministrazioni Pubbliche ed Istituzioni Scolastiche della locride,  fanno un uso improprio dell’IIMG-20120503-00008nno di Mameli (es.: sindaci che dispongono l’intera esecuzione dell’Inno Nazionale prima e dopo le sedute degli organi consiliari quasi come sigla d’apertura e di chiusura dei lavori) contravvenendo alle disposizioni sugli eventi ufficiali nei quali è possibile eseguire solo le prime due strofe di otto versi, per una durata di circa un minuto.

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Gerace: riapre la Scuola di “Vene” – conquista dei Genitori.

16 Marzo 2013 Nessun commento

Associazione Genitori “Amici di Vene”

Contrada  Zomino n° 7 – 89040 Gerace (RC)

Genitori con bambini dell'infanzia e della primaria.

Genitori con bambini dell’infanzia e della primaria davanti alla scuola.

COMUNICATO STAMPA

L’Associazione Genitori “Amici di Vene” con sede in Gerace, costituita senza scopi di lucro e che opera per finalità di promozione sociale nel campo dell’istruzione, educazione e formazione, esprime grande soddisfazione per la riapertura per l’anno scolastico 2013/2014 della Scuola dell’Infanzia e della Scuola Primaria nella popolosa frazione montana geracese.

Sentimenti di autentica gratitudine ed apprezzamento sono espressi a tutte le Istituzioni che hanno condiviso le ragioni di una “battaglia” di civiltà, condotta dall’intera comunità di “Vene”,  per la riaffermazione di diritti costituzionalmente garantiti.

Determinante è stata l’azione svolta dal Signor Presidente della Provincia – Dott. Giuseppe Raffa – a cui sono rivolte sincere manifestazioni di affetto e di riconoscenza,  per avere fatto proprie, con risolutezza e da subito, le sacrosante rivendicazioni dei genitori, assicurando l’emanazione degli atti amministrativi necessari a garantire ai bambini della comunità di “Vene” un futuro ed una formazione scolastica migliori.

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Messaggio di solidarietà al Sindaco Tommaso Mittiga.

7 Marzo 2013 Nessun commento
Tommaso Mittiga - Sindaco di Bovalino

Tommaso Mittiga – Sindaco di Bovalino

Chiarissimo Prof. Tommaso Mittiga,

ho appreso solo oggi del vile atto intimidatorio che offende la Sua persona solidarietàe ne sono indignato.

Le manifesto espressioni di autentica ed incondizionata solidarietà e particolare vicinanza.

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Gerace: Il lupo perde il pelo, non il vizio

4 Dicembre 2012 Nessun commento

COMUNE DI GERACE – CONSIGLIO COMUNALE DEL GIORNO 4 dicembre 2012

Intervento del  consigliere comunale Giuseppe Cusato per la lista “Il Bene In Comune”

o.d.g.: “Ratifica deliberazione di G.C. n. 99 del 26/11/2012 di storno somme e variazione di bilancio”

Signor Sindaco,

Ci risiamo. E’ proprio il caso di dirlo: “ il lupo muta il pelo, non il vizio, non il modo di pensare”. Questo motto latino è appropriato, si addice ad un comportamento irrispettoso, alle cattive abitudini, ai vizi incalliti.

Due sono le fondate ragioni che mi inducono, mio malgrado, a riconstatare un atteggiamento assolutistico e disdicevole.

PRIMA RAGIONE

Non è la prima volta che, dopo aver concordato l’appuntamento, disertate la conferenza dei capigruppo senza alcun preavviso, nonostante i miei recapiti telefonici – anche quelli privati – e di posta elettronica siano in Vostro possesso.

L’ultima in ordine di tempo si è verificata  Giovedì 22 Novembre scorso.

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L’orchestra dei fiati di Gerace in concerto nella Casa Circondariale di Locri

21 Aprile 2012 Nessun commento

La casa circondariale di Locri apre le porte alla musica con un concerto eseguito dall’”Orchestra di Fiati Città di Gerace” diretta dal maestro Saverio Varacalli. I detenuti nella sala-teatro del carcere hanno potuto ascoltare alcuni pezzi famosi del repertorio classico-sinfonico come l’“Arioso” di Bach, la “Carmen” di Bizet ed un pot-pourri di Ciaikoski. La formazione musicale, composta da 50 elementi, ha eseguito poi un repertorio moderno molto suggestivo che ha pienamente soddisfatto la popolazione carceraria: da pezzi originali per banda scritti da Jacob de Haan come “Pasadena”, a musiche tratte da celebri film di Sergio Leone scritte da Morricone fino alla colonna sonora del film “Pirati dei Caraibi”. Insomma un repertorio che ha galvanizzato i presenti i quali hanno ascoltato con attenzione ed interesse. Il concerto si è concluso con due pezzi di grande effetto sonoro: “Jherico” e il “Can Can” di Hoffenbach.

È la prima volta che un’orchestra di fiati entra nelle mura del carcere e come ha sottolineato anche  Giuseppe Cusato – sostituto commissario della polizia penitenziaria in quiescenza  e nella sua veste di accompagnatore dell’orchestra – l’iniziativa è stata intenzionalmente realizzata nel periodo più Sacro dell’anno: il Tempo Pasquale. Il tempo in cui il genere umano viene risollevato dalla sua caduta e riacquista tutto ciò che aveva perduto con il peccato.

L’obiettivo – ha proseguito Cusato – è stato quello di offrire a persone in una condizione di privazione della libertà personale, aggravata dallo stato di sovraffollamento,  una opportunità di solidarietà e di speranza per recuperare i legami di libertà, di giustizia e di pace con la comunità civile e poter rientrare a far parte della vita della comunità stessa con altre basi ed altri valori. Cusato – infine – ha evidenziato come gli operatori penitenziari della Casa Circondariale di Locri, a partire dagli agenti di polizia penitenziaria, sono quotidianamente impegnati a garantire, ad ogni costo ed in nome della giustizia e delle leggi dello Stato, la legalità, la sicurezza e porre al centro della loro azione il recupero dell’uomo.

Lo scopo  è stato anche quello di evidenziare come la musica, quale forma di arte e di cultura nel più ampio senso del termine, possa essere strumento eccezionale per stimolare riflessioni sui valori sociali, civili ed umani e come possa anche essere vettore di sentimenti di pace e di rinnovamento dello spirito. Anche i componenti hanno espresso la loro soddisfazione per aver portato nel carcere i segni di un linguaggio universale che accomuna tutti, anche perché in situazioni di disagio ambientale la musica svolge un’ottima azione terapeutica. I giovani orchestrali hanno offerto un piccolo ma significativo trattamento rieducativo, grande per la sua novità in un contesto dove non sembrerebbe che vi sia posto per la cultura. E quella della musica è forse la forma più immediata ad essere recepita. Soddisfatta anche la direttrice della Casa circondariale D.ssa Patrizia Delfino in quanto l’Orchestra «ha portato una ventata di cultura tra le mura del penitenziario concedendo alla persone detenute un momento di svago ma anche spunti di riflessione». La direttrice ha poi detto che l’Amministrazione penitenziaria «apprezza tutte le opportunità trattamentali proposte dalla società civile, quel contributo nel difficile compito del recupero delle persone detenute e segno di vicinanza della comunità esterna alle problematiche del mondo penitenziario».

Tutto ciò si inquadra anche nella prospettiva di creare migliori condizioni di vita per i detenuti all’interno degli istituti, rafforzando il collegamento operativo fra carcere e territorio. «In tal senso l’Amministrazione Penitenziaria intende porsi – ha concluso la direttrice – con il contributo responsabile della società civile, in una prospettiva di rinnovato i impegno sociale, quello dio intervenire sui bisogni dello spirito, senza per questo rinunciare al dovere istituzionale, di garantire la sicurezza dei cittadini ed il rispetto dello Stato e delle sue Leggi».

Locri, 21 Aprile 2012

PAOLO QUATTRONE: Uomo delle Istituzioni

29 Settembre 2010 1 commento

RICORDO DEL DOTT.RE PAOLO QUATTRONE

 

La mia storia e la mia vita si è intrecciata, per molti anni, con quella del dott. Paolo Quattrone: lo conobbi agli inizi degli anni 80, quando diventò Direttore della Casa Circondariale di Locri; a quei tempi svolgevo le mansioni di addetto all’ufficio segreteria e da lì un crescendo di incarichi e delicati impegni di stretta collaborazione.

Arrivò austero, ligio al proprio dovere, impegnato in quella che considerava una missione istituzionale; incrollabile e determinato, ma mai burocrate. Sempre pronto ad ascoltare le esigenze dei propri collaboratori, migliorò subito le condizioni di vita e di lavoro di tutti coloro che interagivano nel carcere.

Presto assaporai la soddisfazione di una fatica piena: il Dr. Quattrone, spesso impegnato in più istituti contemporaneamente, riempiva le sue e le nostre giornate di lunghi e incessanti compiti, ma le soddisfazioni per i risultati ottenuti ci davano la forza di ricominciare con l’eguale entusiasmo del giorno appena trascorso.

Non dimenticherò mai l’impegno e la forza senza tregua del dott. Quattrone quando, dopo il vile assassinio del Dott. Sergio Cosmai, fu chiamato a dirigere la C.C. di Cosenza. Lo Stato c’era attraverso la sua assoluta determinazione, il suo impegno a ripristinare la legalità.

Lo sgomento per quanto accaduto non lo ha mai arrestato: il dott. Quattrone ha saputo tramutare questa indignazione in un costante controllo della tenuta democratica del carcere e in una persistente attività d’inchiesta che ci portò a percorrere in un solo mese tra Locri, Cosenza e Roma, più di 11 mila chilometri.

Era inarrestabile, voleva capire e scoprire la verità e lui, in quella veste, poteva e doveva dare il massimo contributo: è questo il senso delle sue parole “Un servitore dello Stato non muore mai invano, specialmente se ha operato per difendere i valori umani, civili e morali di cui questo Paese malato ha tanto bisogno”. Non poteva permettere che le idee ed i valori in cui aveva creduto il suo caro collega -e che condivideva in pieno- potessero essere dimenticati.

La mia vita da allora cambiò: seppure dopo 11 anni di servizio, intrapresi la carriera di sottufficiale e nel 2002, quando il Dr. Quattrone mi anticipò del suo rientro in Calabria, tornai al suo fianco, rinnovando la mia dedizione al dott. Quattrone che comunque dal 1986 al 2002 non aveva mai subito interruzioni.

Era la mia Guida ed io ero tra le persone alle quali puntualmente donava le sue  innovative pubblicazioni: “Il Corpo di Polizia Penitenziaria…… il passato, il presente, l’avvenire.” ,  “Carcere e…..” ,  “Carcere e salute”,  “Il trattamento penitenziario … tra ideologia e realtà”,  “L’Ordinamento del Corpo di Polizia Penitenziaria” e tante altre che gelosamente custodisco tra le cose a me più care.

Ho trascorso questi lunghi anni della mia vita professionale accanto ad un  Galantuomo che, incarnando l’Istituzione Penitenziaria,  ha innovato e rilanciato il sistema penitenziario italiano, partendo da quella che era  considerata la “cenerentola “ delle regioni: in Calabria e per opera degli stessi operatori calabresi.

Consideravo il Dr. Paolo Quattrone un autentico “vulcano” in continua eruzione di idee e progetti che sistematicamente perseguiva e realizzava: Il Progetto “Athena” ne è la prova.

Persino quell’istituto sperimentale, che da più parti veniva definito un’ utopia, divenne in tempi rapidi una concreta realtà: Laureana di Borrello. L’istituto nel quale egli intendeva mantenere la sua impronta affidandomi nel maggio del 2009 il Comando della Casa di Reclusione.

Ho vissuto anni di altissima professionalità accanto al Dr. Paolo Quattrone ricevendo, note di elogio e di apprezzamento dai vertici politici ed amministrativi del dicastero della Giustizia.  Questi anni sono stati il momento più rilevante della mia vita professionale nell’Amministrazione Penitenziaria.

Il Dr. Quattrone ha sempre motivato e premiato i suoi collaboratori trasferendo loro competenze e professionalità.

Diceva: “vede Cusato, non siamo noi a fare grandi cose, ma sono gli altri che fanno piccole cose”.    

Pur consapevoli di avere contro ciò che egli definiva “ il sistema” , si ricominciava  un nuovo progetto  il giorno successivo all’inaugurazione di quello realizzato.

E durante le inaugurazioni lasciava sempre agli altri la scena, restando dietro le quinte.

Dal Dr. Quattrone ho ricevuto una grande eredità positiva: fedeltà alle leggi, senso di lealtà e coraggio ….

Mi sento un privilegiato e sono fiero di essere stato un collaboratore del Dr. Paolo Quattrone. Anche nei momenti di difficoltà, derivate da subdole insinuazioni che ci videro entrambi coinvolti, mi rincuorava dicendo: Caro Cusato, non si preoccupi perché su di noi, a differenza degli altri, c’è la mano della Divina Provvidenza a proteggerci.

Quella Divina Provvidenza, quella speranza che lui ha sempre dato, offrendo sostegno, tutela e disponibilità ai suoi collaboratori.

Speranza però, che a causa di attacchi ingiusti, sconsiderati e vigliacchi, ha abbandonato proprio lui, lasciandolo avvinto da una solitudine inscalfibile.

Ricordo ancora uno dei suoi ultimi consigli a proposito degli attacchi dal “sistema”: “ si difenda Cusato, ma non faccia la guerra ! Io ho avuto contro tutto il “sistema” e glielo dico per esperienza”.

Avremmo dovuto fare altro; dopo il suo pensionamento, avevamo già immaginato una nuova e diversa  intesa; nuovi progetti e diverse iniziative sempre di grande valore sociale.

Avremmo dovuto continuare partendo proprio da Locri.

In questa città il dott. Quattrone ha vissuto la sua adolescenza, qui suo padre fu direttore dell’Istituto che egli, a distanza di anni, ha voluto ristrutturare come un piccolo scrigno -così diceva-.

Oggi, che mai avrei voluto fare questo discorso in suo ricordo e che ancora adesso resto attonito ed incredulo per quanto accaduto, ho deciso di lasciare l’Amministrazione Penitenziaria.

Ritorno ad una vita semplice e i miei splendidi ricordi legati al nostro impegno, che mai nessuno potrà intaccare o macchiare, mi accompagneranno sino alla fine, dandomi quel calore umano e quella spinta emozionale che solo lui era capace di donare.

A presto dott.re Quattrone 

 Giuseppe Cusato

Sostituto Commissario Polizia Penitenziaria